Filosofia e Design.
- Antonio Giovanni Maria Zetti
- 8 lug 2024
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 20 lug 2024
Mio padre è stato un impiegato di 1° livello nel disegno tecnico-industriale negli anni 60, l'epoca in cui si sono affermati i 'paradigmi' dell'automobile, concetto chiave della Storia dell'Occidente, prescindendo dal quale si recitano solo litanie di nomi e parole privi di verità. L'Automobile e la sua distribuzione sociale, che avviene 'secondo' le possibilità che dà il Mercato, costituisce una delle chiavi estetologiche e mitologiche dell'immaginazione di noi quasi sessantenni e che saranno la chiave anche delle prossime generazioni, per l'infinita durata dell'Umanità. Poco, sarà dimenticato, ma per essere ricordato, qualcosa, deve prima essere.
Nella condizione di non dover mantenere nessuno, piccolo proprietario immobiliare, ho dedicato periodi differenti alle progettazioni di Design. Progettazione, è il caso di dirlo, poichè per realizzare i miei disegni, ho utilizzato le Biblioteche Italiane, in principal modo la Biblioteca Passerini Landi di Piacenza l'ex Biblioteca Rispoli di Roma e la Biblioteca Comunale di Pizzighettone, da dove sto scrivendo oggi, lunedi 7 luglio 2024.
Extraterritorialità, certo. In casa tua , dove sei padrone, non sei più niente: il vero sforzo è essere all'aria aperta, in mezzo ad altri 'utenti' a realizzare le tue idee, molto democraticamente, molto liberamente, molto semplicemente.
La nascita di questi disegni avviene secondo queste modalità, quindi, per tempi e luoghi differenti. Ho privilegiato la 'rilettura', la 'seconda lettura' del 'fenomeno estetico' per lavorare su temi più estetici che avveniristici tout-court.
Non mi interessa il connubio tra volontà di innovare e ambizioni sociali, ma tra letture differenti del medesimo fenomeno estetologico, che riassume il senso di grandi scelte estetico-industriali.
Il filosofo moderno, invece di dire fesserie sul capitalismo, deve interessarsi ai contenuti, di ciò che chiama come 'Capitale' e da li tentare di dare una propria risposta, come fa il filosofo di destra, che è stanco di vivere in una realtà falsificata dall'ideologia.. Uno dei compiti della filosofia, è dare un idea di ciò che è e potrà essere la realtà, così come il semplice Design esprime.
Vi dò quindi appuntamento ai prossimi post, in modo tale che vi metterò al corrente delle scelte estetiche che ho compiuto.
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Questi lavori, sono iniziati nel 2011, alla Biblioteca Passerini Landi di Piacenza, dove mi ero trasferito nel 2009 per divergenti vedute sulla gestione del bene di casa con mio padre. Periodo fecondo, quello, in cui comparve 'La memoria creativa dell'energia', condiviso con Michele Nardelli di Napoli.
Per gettare l'immaginazione in un luogo nuovo, dove comunque avevo delle predilezioni nonchè ricordi di bambino quando mio padre tornava a casa alla sera da Milano con i disegni, ho immaginato di dare un volto nuovo ai più grandi Loghi del mondo, o almeno di quelli che secondo il mio punto di vista, avrebbero dovuto essere migliorati od aggiornati, sia per l'evoluzione del prodotto che rappresentano, sia per cercare di 'migliorare' o se non migliorare leggere in modo differente, ciò che consideriamo spesso vero o il paradigma della Verità.
Accanto a ipotetici soluzioni in ambito Militare e pubblico, mi occupavo anche di Trasporti, realizzando varie interpretazioni dei principali Treni in Italia. Non avevo limite di sorta: tutto era possibile.
Accanto ai grandi Loghi della case Automobilistiche e di trasporti, nasceva una non mai doma voglia di contribuire personalmente allo sviluppo delle 'forme industriali' che vengono definite volgarmente, le automobili.
Purtroppo, poichè ero sempre all'aperto, alcune realizzazioni, molte regalate a delle donne sconosciute che però catturavano la mia attenzione, non tutto è stato possibile salvare, soprattutto i cartamodelli realizzati con grande tecnica e pazienza, sono irrecuperabili e ora come ora, non sarei più in grado di costruirli.
Restano questi disegni, che costituiscono il laboratorio informale del Designer, prima che il processo realizzativo comporti il necessario perfezionamento.
Grande cuore per Milano, con Alfa Romeo. Marchio incredibile, nella storia dell'automobile, come BMW o Mercedes. i cui bozzetti potete trovare nei 'Manoscritti' 'alla mia pagina di 'Academia' - https://univp.academia.edu/AntonioGiovanniMariaZetti - .
Innanzitutto la regola: si crea - platonicamente - nel bello, non nell'utile. Quindi, esaltazione dell'Inutile come principio estetico, da integrare con la necessità dell'efficienza, relativi agli stilemi e alle prestazioni. Quindi lettura dei principali modelli che hanno costituito i pilastri della mia immaginazione a partire dall'Infanzia. Quel mondo, scomparso, 'diventa', 'muta' ma resta la volontà che esso si rigeneri, si autofondi, viva.
A 5 anni di distanza dalla loro ultima realizzazione, posso dire, che l'interpretazione di una forma industriale legata alle percezioni dell'infanzia, causa una sorta di esaltazione Spirituale, poichè è come se un adulto potesse intervenire sull'infanzia del genitore, ossia alterare il rapporto causa-effetto, che porta alla scienza ed alla tecnica.
Questo, è lo spirito che ha guidato la mia volontà, in questi disegni. Avrei potuto ridurre il numero per aumentare la precisione, ma ho compiuto una scelta opposta, per dare maggiore enfasi alla totalità dei paradigmi, che avrebbe voluto reinterpretare.
Il maggior paradigma, era proprio 'Il passato', o un certo passato, dell'automobile. Ciò che ha caratterizzato l'industria dell'Automobile degli anni 60, è stato il paradigma franco-italo.britannico, poichè la Germania era ancora troppo vicina al Nazismo, industrialmente, per poter essere innovativa. Cosa che la vista resuscitare poi per sempre con gli anni 2000, consacrandola come la massima espressione della tecnologia su 4 ruote.
In buona sostanza, quindi, ho operato sulla mia stessa memoria mitologica, cercando di dare a lei, il volto che avrebbe avuto se fosse stata scelta per l'industrializzazione di un nuovo connubio tra termico ed elettrico, tra diesel e metano. Ho lavorato al servizio di un idea cognitiva: rileggere e migliorare le mie percezioni infantili.
Il primo principio che ho applicato è stato: a che cosa servono le automobili? A niente, ho risposto! Ergo, l'inutile come autocoscienza della forma che sa di sè come inessenziale prima, fondamentale alla fine del processo.
Avrei lavorato per differenti AD, mantenendo la linea industriale della casa, mantenendo gli stilemi fondamentali, disponendo linee che riportassero la traccia stilemica delle precedenti. Era una pausa da: https://www.academia.edu/105906990/Filosofia_della_forma_La_triade_reale , lavoro che devo ancora ultimare, ma già disponibile al precedente link.
Come dicevo, alcuni progetti, disegni, realizzazioni in carta, sono andate perdute per sempre, ma ciò che resta è una documentazione testamentale. Vi sono disegni che hanno avuto un felice esito, e vi sono disegni che invece sono stati una pausa senza valore sull'immaginazione, che si esalta in almeno 5 modelli, che solo l'occhio attento del Designer può percepire come assoluti. Citroen DS, Citroen Traction avant, Wolkswagen Golf, Audi 4, Alfa GT, sono solo i primi cinque che mi vengono in mente, ma vi sono modelli ex novo, che vi invito a considerare nella loro pacata equilibratura.
L'insieme, mi descrive anche come seduttore: amo il design, ma sono un filosofo, come dire, tante donne, nessun legame!!!
L'ideazione, è la vera paternità dell'Uomo. La riproduzione, infatti è ancora affidata al corpo, cosa che nel Design, è irrilevante. Nessuno s'è mai chiesto se Giugiaro assomigli a Gasmann o a Raz Degan.
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